Gonartrosi, conferme per acido ialuronico ad elevato peso molecolare ogni 4 mesi

7 novembre 2015

L’adozione di un trattamento intra-articolare quadrimestrale a base di acido ialuronico (HA) è in grado, rispetto ad altri regimi di trattamento testati, di indurre una copertura terapeutica persistente, che inizia dopo un mese dall’infiltrazione e si mantiene fino a 14 mesi. Tale regime di somministrazione di terapia infiltrativa, inoltre, sarebbe in grado di contenere ai minimi termini il disagio del paziente, riducendo il numero di infiltrazioni praticate con conseguente risparmio di risorse economiche.

Queste le conclusioni di uno studio italiano di recente pubblicazione sulla rivista International Journal of Rheumatic Diseases.

L’efficacia della viscosupplementazione con HA nel trattamento della gonartrosi, sia dal punto di vista della riduzione del dolore che del miglioramento della funzione articolare, è nota da tempo.

“Una recente metanalisi – scrivono gli autori nell’introduzione al lavoro – ha evidenziato come gli effetti benefici del trattamento si palesino dopo un mese dall’iniezione, per raggiungere il picco dopo 8-13 settimane e declinare subito dopo, con valori residuali a 6 mesi.”

“Nonostante siano stati proposti diversi regimi posologici di terapia infiltrativa, di solito si procede con una nuova iniezione a 6 mesi dalla prima allo scopo di raggiungere un nuovo picco di efficacia. Perchè ciò avvenga, però, sono necessarie alcune settimane, durante le quali l’effetto del “richiamo” è pressochè trascurabile”.

Scopo di questo studio è stato quello di valutare la performance di un regime di trattamento intra-articolare “di richiamo” a base di HA a concentrazione elevata (2%; 50 mg/2,5mL; no cross-linked, avente un peso molecolare compreso nel range 800-1200 KDa) condotto a cadenza quadrimestrale, successivo ad un primo ciclo di terapia infiltrativa di HA (32 mg/2mL per 3 settimane).

Il regime di trattamento testato è stato scelto perchè, secondo la letteratura e l’esperienza clinica, l’efficacia terapeutica sembra smorzarsi dopo 4 mesi.

Passando ai dettagli del lavoro, uno studio osservazionale con un periodo di follow-up previsto di 14 mesi, 15 pazienti (aventi un’età media di 60 anni, con un rapporto maschi:femmine 6:9 e un BMI medio pari a 23,2), affetti da gonartrosi di grado lieve-moderato e durata media della sintomatologia pari a 11,7 mesi, sono stati sottoposti a terapia infiltrativa “d’attacco” e “di richiamo” nel modo sopra descritto.

Sia al momento dell’inclusione nello studio che dopo 1, 4, 6, 8, 12 e 14 mesi, è stata condotta una valutazione clinica dei pazienti reclutati tramite rilevazione del punteggio VAS relativo al dolore a riposo e durante lo svolgimento di attività, dell’indice algofunzionale di Lequesne e del punteggio KOOS (Knee Injury and Osteoarthritis Outcome Score), nonché una stima del consumo mensile di FANS.

I risultati hanno documentato, nel corso del follow-up, una riduzione significativa dei punteggi VAS (basale vs 14 mesi: VAS a riposo, 3,7 ± 1,7 vs 1± 0,7; VAS attività, 6,2 ± 1,7 vs 2,6 ± 1,3) e, in concomitanza, un miglioramento della funzione del ginocchio (basale vs 14 mesi: KOOS, 51,9 ± 15,3 vs. 70,2 ± 13,7; LI, 10 ± 3,8 vs. 5,4 ± 2,4).

Non solo: lo studio ha evidenziato anche una riduzione del consumo di FANS e il riscontro di eventi avversi di entità lieve (dolore al sito di iniezione, dolore, tumefazione) solo in 2 pazienti.

Nel commentare i risultati, gli autori hanno rimarcato come “…un regime di trattamento basato su iniezioni intra-articolari a cadenza quadrimestrale, quando l’efficacia comincia a declinare, potrebbe rappresentare una soluzione migliore per assicurare un effetto terapeutico a lungo termine. (…) In questo studio è stato osservato come l’efficacia di HA vada incontro ad un incremento già ad un

mese dall’infiltrazione, e si mantenga elevata nel corso dell’intero periodo di follow-up.”

“Tali risultati positivi – proseguono gli autori – potrebbero essere ascritti al tipo di HA e al regime terapeutico adoperato: infatti, la formulazione di HA utilizzata è stata in grado, in ragione delle sue proprietà idrofiliche, di aumentare il tempo di permanenza a livello dell’articolazione, migliorando le proprietà viscoelastiche. Inoltre essa è dotata di un’attività anti-inflammatoria più elevata, come documentato da studi sulla migrazione di cellule infiammatorie e da altri studi che hanno mostrato ridotte concentrazioni di prostaglandine e bradichinina.”

“Non solo: la scelta della periodicità quadrimestrale di somministrazione, potrebbe aver influenzato positivamente l’ambiente articolare, migliorando l’omeostasi articolare e favorendo la predisposizione della cartilagine all’azione di HA.”

Abate M et al. Hyaluronic acid in knee osteoarthritis: preliminary results using a four months administration schedule. International Journal of Rheumatic Diseases 2015

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