Gonartrosi, uso dell’acido ialuronico da incoraggiare in aggiunta o alternativa ai FANS orali

29 settembre 2015

Un’iniezione di acido ialuronico cross-linkato (Crespine® Gel) riduce il dolore e la rigidità associati alla gonartrosi e migliora la funzionalità fisica dell’articolazione, con un ottimo profilo di sicurezza, specialmente in confronto ai FANS e agli inibitori della COX-2.È quanto emerge da un studio multicentrico post-marketing pubblicato di recente sulla rivista Drug Design, Development and Therapy.

Obiettivo dello studio era valutare efficacia, sicurezza e durata dell’effetto della viscosupplementazione con il gel di acido ialuronico in un arco di tempo pari a 9 mesi.

Il lavoro ha coinvolto in totale 104 pazienti di almeno 40 anni affetti da gonartrosi (di grado 1-4) nel compartimento tibio-femorale, ciascuno sottoposto a un’iniezione intrarticolare del prodotto in studio. I partecipanti sono stati quindi visitati 3, 6 e 9 mesi dopo l’iniezione, e valutati telefonicamente dopo 1, 2, 4, 5, 7 e 8 mesi.

Ad ogni valutazione è stato loro somministrato il questionario WOMAC per calcolare il punteggio delle sottoscale relative a dolore (endpoint primario dello studio), rigidità e funzionalità articolare (endpoint secondari). Inoltre, gli autori hanno valutato con un questionario la sicurezza del trattamento 72 ore dopo l’iniezione.

L’analisi completa ha coinvolto in totale 84 partecipanti, che hanno dato il loro consenso e fatto tutte le visite iniziale e di follow-up necessarie per valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento.

L’età media dei pazienti era di 55,83 anni, la maggior parte erano uomini di origine mediorientale (lo studio è stato fatto in Giordania) e molti (il 30,68%) avevano altre malattie muscolo-scheletriche, oltre la gonartrosi.

I punteggi basali delle sottoscale WOMAC erano pari a 11 (su 20) per quanto riguarda il dolore, 3,8 (su 8) per la rigidità e 34 (su 68) per la funzionalità fisica.

Già dopo un mese dall’iniezione, gli autori hanno osservato miglioramenti statisticamente significativi dei punteggi delle tre sottoscale, scesi rispettivamente a 4,8, 1 e 16,2, dopo l’infiltrazione intrarticolare del gel di acido ialuronico (P < 0,0001 per ognuno). Il miglioramento massimo si è osservato a 5 mesi dopo l'iniezione, quando i punteggi del dolore, della rigidità e delle performance fisiche si sono ridotti ulteriormente, arrivando rispettivamente a 2,60, 0,33 e 9,90. Miglioramenti significativi rispetto alla situazione di partenza erano ancora evidenti 9 mesi dopo l'iniezione, a dimostrazione del fatto che la viscosupplmentazione con acido ialuronico ha un’efficacia che perdura per diversi mesi, al contrario di quanto accade con le infiltrazioni di corticosteroidi, il cui effetto è di breve durata. Nell’ultima valutazione di follow up, infatti, il punteggio del dolore è risultato pari a 3,36, quello della rigidità pari a 0,42 e quello della funzionalità fisica pari a 11,5 (P < 0,0001 per ognuno) Inoltre, la maggior parte dei partecipanti ha risposto al trattamento. I pazienti che hanno avuto una risposta del 20% secondo i criteri OARSI (un miglioramento del 20%) sono stati l’83,99%, mentre quelli che hanno mostrato una risposta del 50% sono stati l’82% e il 75% ha avuto una risposta del 70%. Tutti gli effetti avversi sono stati lievi, per lo più locali (dolore, gonfiore e arrossamento nella sede dell’iniezione) e transitori. L’incidenza del dolore è stata del 39%. Dei 33 pazienti che hanno lamentato dolore dopo l’infiltrazione, sette hanno mostrato anche arrossamento del ginocchio, cinque gonfiore e quattro sia rossore sia gonfiore. Tutti questi effetti collaterali si sono risolti spontaneamente o con un trattamento sintomatico con analgesici orali. Sulla base di questi risultati, gli autori concludono che la viscosupplementazione con acido ialuronico è un’opzione terapeutica valida per il trattamento dell’osteoartrosi del ginocchio. Attualmente, osservano i ricercatori nella discussione, società scientifiche come l’OARSI e l’ACR collocano le infiltrazioni di acido ialuronico in seconda linea dopo le terapie non farmacologiche nei pazienti che non rispondono o sono intolleranti al paracetamolo o ai FANS. Tuttavia, sottolineano, “ci sono evidenze a supporto di un impiego più precoce dell’acido ialuronico nel paradigma di trattamento dell’osteoartrosi”. Inoltre, ricordano, l’acido ialuronico si è dimostrato efficace almeno quanto i FANS, se non più efficace, ma molto più sicuro di questi agenti e degli inibitori della COX-2. Alla luce di queste considerazioni, sostiene il team, l’impiego dell’acido ialuronico andrebbe incoraggiato come alternativa o in aggiunta agli analgesici orali, in quanto permetterebbe di ridurre le dosi di questi farmaci e ritardare un possibile intervento chirurgico. Infine, concludono gli autori, bisognerebbe valutare con studi ad hoc se combinare l’acido ialuronico con i prodotti attualmente in uso per il trattamento dei pazienti con osteoartrosi possa dare effetti sinergici. K. Bashaireh, et al Efficacy and safety of cross-linked hyaluronic acid single injection on osteoarthritis of the knee: a post-marketing Phase IV study. Drug Des Devel Ther. 2015;9:2063-72.