Osteoartrosi d’anca, quali sono i predittori di risposta alla viscosupplementazione?

5 febbraio 2017

Alcune caratteristiche radiografiche potrebbero avere un ruolo importante nella decisione di avviare pazienti con osteoartrosi (OA) d’anca alla viscosupplementazione (VS).
Queste le conclusioni di uno studio francese, sponsorizzato dalla Società Francese di Reumatologia e pubblicato su BMC Musculoskeletal Disorders.

Razionale dello studio
L’OA d’anca rappresenta una delle cause più frequenti di OA ed ha un impatto significativo sulla qualità della vita, rispetto ai soggetti sani.
“ Il suo riscontro è frequentemente associato ad un incremento della mortalità per tutte le cause e di quella CV – ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro”.

“L’artroplastica totale sostitutiva dell’anca (THR), – continuano – che spesso rappresenta la sola soluzione disponibile per alleviare il dolore nelle fasi avanzate di malattia, è stata responsabile dell’impennata dei costi legati all’OA d’anca nell’ultimo decennio”.

Nei pazienti con OA d’anca di grado moderato-severo, e in quelli che non accettano o presentano controindicazioni alla chirurgia, la gestione del sintomo dolore si basa sull’impiego di analgesici, FANS, farmaci sintomatici per l’OA ad azione lenta (detti anche condroprotettori), fisioterapia, riabilitazione, iniezioni intra-articolari di steroidi e VS.

Obiettivo di questo studio osservazionale e prospettico, messo a punto dal gruppo dell’OA della Società Francese di Reumatologia, è stato quello di approfondire, nella pratica clinica reale, i fattori clinici, radiografici e tecnici che potrebbero influenzare (in senso positivo o negativo) la risposta alla VS in pazienti affetti da OA d’anca.

Disegno dello studio e risultati principali
PREVICOX, questo il nome dello studio, ha incluso pazienti con OA d’anca trattati con una singola iniezione intra-articolare di acido ialuronico (HA) cross-linked combinato con mannitolo (HAnox-M-XL), mediante guida ecografica.

Sia all’inizio dello studio che a distanza di 90 giorni, i ricercatori hanno rilevato i punteggi relativi ai domini ‘dolore’ e ‘funzione’ su scala WOMAC ed effettuato una valutazione globale del paziente (PGA).

Alle radiografie dell’anca effettuate all’inizio dello studio è stato attribuito un punteggio, utilizzando sia il grado Kellgren-Lawrence che la classificazione OARSI.

Si è fatto ricorso a modelli di analisi univariata per valutare le associazioni esistenti tra le caratteristiche cliniche e radiografiche e la risposta alla VS (intesa come miglioramento >50% del sintomo dolore a 90 giorni).

Successivamente, sono stati utilizzati modelli di regressione logistica, corretti in base alla presenza di fattori confondenti.

Su 97 pazienti iniziali inclusi nella popolazione ITT (intent-to-treat), costituita da 97 pazienti (57 di sesso femminile, età media 63), 90 hanno portato a termine lo studio.

Dai dati clinici e radiografici completi (riferiti ad 80 pazienti), è emerso che il 47,8% di questi aveva risposto alla VS.

I risultati dell’analisi univariata hanno mostrato che il solo outcome clinico, associato negativamente e in modo statisticamente significativo alla risposta alla VS era rappresentato dalla valutazione globale iniziale del paziente (p=0,047).

Dal punto di vista radiografico, invece, è stato osservato che la risposta alla VS correlava negativamente con il punteggio legato alla riduzione della rima articolare (JSN: < 2 vs. JSN ≥ 2,
p = 0,01) e correlava con i pattern di migrazione del collo femorale (p=0,008).

All’analisi multivariata, invece, solo il punteggo di JSN è rimasto associato in modo significativo ad una cattiva risposta alla VS (p=0,03).

Implicazioni dello studio
I risultati di questo studio pilota, avente lo scopo di identificare i fattori predittivi di risposta ad una singola iniezione intra-articolare di HA cross-linked, combinato con mannitolo, in pazienti con OA d’anca, hanno chiaramente sottolineato il ruolo della severità dell’OA come predittore di efficacia.

Lo studio, insomma, sembra dimostrare come, più del grado KL, che rappresenta un indice composito che prende in considerazione sia il punteggio di JSN che la presenza di osteofiti, sia la severità del punteggio di JSN a predire in maniera più efficace la risposta al trattamento di VS.

Infatti, nei pazienti con una JSN classificata come OARSI 2 e OARSI 3, il tasso di successo del trattamento era inferiore rispetto a quelli con una JSN classificata come OARSI 0 e 1.

In conclusione, nonostante alcuni limiti metodologici intrinseci quali la ridotta numerosità del campione di pazienti preso in esame, lo studio, condotto nella pratica clinica reale, ha dimostrato che la VS con HA cross-linked, combinato con mannitolo, allevia il dolore da OA d’anca in un paziente su 2.

La migliore risposta terapeutica alla VS è stata ottenuta in pazienti con JSN lieve-moderata, in quelli con dolore e disabilità moderati e in caso di migrazione superomediale e assiale del collo femorale.

I risultati, inoltre, hanno suggerito che i migliori risultati sono ottenuti in presenza di “conflitto femoro acetabolare”(ovvero in presenza di un contatto anomalo a tra le due componenti articolari dovuta ad una alterazione anatomica delle stesse) o di “coxa profunda” (condizione nella quale la testa del femore è completamente coperta dall’acetabolo), anziché di displasia dell’anca (uno sviluppo anomalo dell’articolazione dell’anca)

Lo studio apre la strada, pertanto, all’implementazione di un trial controllato vs placebo, avente l’obiettivo di determinare la reale efficacia di questo intervento.

Bibliografia
Eymard F et al. Predictors of response to viscosupplementation in patients with hip osteoarthritis: results of a prospective, observational, multicentre, open-label, pilot study. BMC Musculoskeletal Disorders (2017) 18:3
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