Osteoartrosi della caviglia e infiltrazioni di acido ialuronico: pazienti da selezionare in base ai fattori prognostici

18 ottobre 2015

Sebbene le iniezioni di acido ialuronico rappresentino un trattamento sicuro ed efficace contro l’osteoartrosi (OA) della caviglia, per massimizzare i risultati è opportuna un’attenta selezione dei pazienti basata sulla presenza di fattori prognostici di risposta favorevoli. È questo il messaggio chiave che emerge da uno studio retrospettivo pubblicato sul Yonsei Medical Journal, volto, appunto, ai identificare i fattori prognostici basali di un buon outcome dopo la viscosupplementazione con acido ialuronico.

Diversi lavori, infatti, hanno mostrato buoni outcome a breve termine a seguito di infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico nei pazienti affetti da OA alla caviglia. Tuttavia, spiegano gli autori nell’introduzione, le indicazioni ottimali del trattamento non sono ancora state ben definite.

Lo studio ha coinvolto 40 pazienti consecutivi con una diagnosi clinica di OA alla caviglia e un’età media di 60,6 anni, di cui 21 uomini e 9 donne. I partecipanti sono stati sottoposti a tre iniezioni intrarticolari di acido ialuronico (20 mg/2 m) nella caviglia, con cadenza settimanale, e seguiti in media per 13 mesi.

Come fattori prognostici, gli autori hanno considerato il genere, l’età, la durata dei sintomi, il grado radiografico, la presenza radiografica di cisti subcondrali e la storia di frattura, e come outcome principale hanno valutato l’intensità del dolore (misurata con la scala VAS) una settimana dopo la terza iniezione e poi 3, 6 e 12 mesi dopo la prima. In base al risultato, i pazienti sono stati suddivisi in due categorie: con outcome ‘positivo’ (pazienti con una riduzione almeno del 50% del punteggio VAS rispetto al valore basale) e con outcome ‘negativo’ (pazienti con una riduzione inferiore al 50% del punteggio VAS rispetto al valore basale).

Come outcome secondario, invece, hanno analizzato il grado di soddisfazione dei pazienti con la scala Likert a 4 punti: quelli con un risultato pari a 1 o 2 sono stati classificati come ‘soddisfatti’ e quelli con risultato pari a 3 o 4 come ‘non soddisfatti’.

L’infiltrazione di acido ialuronico nella caviglia artrosica ha mostrato un’efficacia significativa nel ridurre il dolore sia nel breve sia nel lungo termine. Al basale, il punteggio medio della scala VAS era pari a 8,1 (DS 1,533). Dopo una settimana dalla terza iniezione è sceso a 3,17 (DS 2,2 P < 0,001) e dopo 3 mesi dalla prima iniezione è risultato pari a 3,6 (DS 2,54, P < 0,001) dopo 6,mesi pari a 4,33 (DS 2,9; P < 0,001) e dopo 12 mesi pari a 5,3 (SD 2,7; P = 0,0071). Dopo 12 mesi di follow up, il 40% dei pazienti si è dichiarato ‘completamente soddisfatto’, il 12,5% ‘soddisfatto’, il 12,5% ‘abbastanza soddisfatto’ e il 35% ‘non soddisfatto’. L’analisi di regressione logistica ha evidenziato uno stadio precoce di malattia come fattore prognostico indipendente associato a un outcome positivo in termini di riduzione del dolore sia dopo 3 mesi (P = 0,0032) sia dopo 6 mesi (P = 0,005). Una malattia in fase precoce è risultata un fattore prognostico indipendente anche di maggiore soddisfazione del paziente dopo 12 mesi dalla prima iniezione, così come un dolore insorto da stadio precoce e un dolore insorto da meno di un anno, Lo studio evidenzia quindi come, nel trattamento dell’OA della caviglia con infiltrazioni di acido ialuronico, sia importante per ottenere il massimo beneficio dal trattamento selezionare bene i pazienti tenendo conto dei fattori prognostici favorevoli identificati nel lavoro, specie lo stadio iniziale della malattia. Stando a questi risultati, dunque, gli outcome migliori si possono ottenere nei soggetti con malattia in stadio iniziale; viceversa, sottolineano gli autori, in quelli con OA più avanzata e sintomatici per più di un anno si potrebbero avere risultati subottimali. Han SH, et al. Prognostic factors after intra-articular hyaluronic acid injection in ankle osteoarthritis. Yonsei Med J. 2014;55(4):1080-6.