Osteoartrosi scapolo omerale, efficacia delle infiltrazioni di acido ialuronico da confermare

15 marzo 2015

La terapia infiltrativa con acido ialuronico (HA) sembra essere efficace nel trattamento dell’osteoartrosi scapolo-omerale. Ciò nonostante il vantaggio rispetto al placebo non raggiunge un vantaggio clinico rilevante in nessuno dei time point considerati (nonostante la raggiunta significatività statistica).

Queste le conclusioni di una metanalisi pubblicata sulla rivista International Journal of Shoulder Surgery che, al contempo, suggerisce la messa a punto di trial clinici ad hoc in grado di dare robustezza clinica a quanto osservato in questo studio.
L’OA scapolo-omerale si caratterizza per un graduale e progressivo deterioramento meccanico e biochimico della cartilagine articolare e di altri tessuti articolari, quali il tessuto osseo e la capsula articolare. I pazienti affetti da questa condizione possono sperimentare dolore notturno, soprattutto se coricati con la spalla sottoposta a questo processo degenerativo.

“L’OA scapolo-omerale dolorosa è di difficile trattamento – ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro. In questo contesto, l’artroplastica della spalla si è dimostrata efficace nel ridurre il dolore e migliorare la libertà di movimento, anche se non è infrequente il manifestarsi di alcune complicanze, quali le fratture periprotesiche, le infezioni o l’instabilità dell’articolazione”.

Il trattamento farmacologico conservativo di questa condizione prevede l’impiego di paracetamolo, FANS, analgesici e infiltrazioni di corticosteroidi (CS) o acido ialuronico (HA).
Se il ricorso alla terapia infiltrativa con CS o HA è ben documentato in letteratura per l’OA al ginocchio, non altrettanto può dirsi, invece, per l’OA scapolo-omerale.
Di qui il razionale della messa a punto di questa metanalisi, che ha voluto valutare le poche evidenze disponibili relative all’efficacia delle diverse opzioni di terapia infiltrativa disponibili per il trattamento dei pazienti affetti da OA scapolo-omerale.

E’ stata effettuata, in primo luogo, una ricerca sistematica esperta della letteratura sull’argomento grazie all’impiego dei principali database bibliografici biomedici. La ricerca prevedeva l’inclusione di tutti gli studi (da quelli con livello di evidenza più basso a quelli con livello più alto), con la sola esclusione della letteratura grigia (abstract congressuali, opinioni di esperti) e delle reviews.

La ricerca ha portato all’individuazione di 1492 articoli. Dopo scrematura della letteratura reperita (lavori che avevano messo a confronto un trattamento infiltrativo a base di CS o HA o plasma ricco di piastrine) con un altro trattamento attivo o con placebo, sono stati individuati 8 studi per la successiva metanalisi, per un totale di 895 pazienti. Di questi, 579 erano stati sottoposti a terapia infiltrativa con una formulazione di HA, 33 a CS e 283 pazienti a placebo.

I risultati della metanalisi hanno documentato per la terapia infiltrativa con HA una differenza delle medie standardizzate rispetto alle condizioni iniziali (effect size) pari, rispettivamente, a 2,07, 2,02 e 2,11 dopo 6, 12 e 26 settimane di follow-up. Anche i valori dell’”effect size” del placebo sono rimasti sostanzialmente invariati nel tempo, essendo pari, rispettivamente, a 1,60, 1,82 e 1,68 dopo 6, 12 e 26 settimane di follow-up.
Inoltre, è stato osservato un rapido decremento dell’ “effect size” relativo all’impiego di CS (1,08, 0,43 e 0,19 dopo 6, 12 e 26 settimane di follow-up).

Per contro, nonostante fosse staticamente significativa, la differenza massima degli “effect size” tra la terapia infiltrativa con HA e il placebo è risultata pari solo a 0,43, con valori assoluti compresi tra 2 e 6,4 su scala VAS graduata da 0 a 100 per la misurazione del dolore percepito.
Nel commentare i risultati, gli autori della metanalisi hanno sottolineato che, nei pazienti con OA scapolo-omerale, nonostante la differenza di efficacia analgesica osservata tra il trattamento intrarticolare con HA e placebo sia piccola, questa è comunque da considerare buona nei primi 6 mesi di follow-up (forza di evidenza di grado A) per cui la viscosupplementazione con HA si configura come un trattamento conservativo utile in questi pazienti.

“Dal momento che – concludono – il trattamento con CS analizzato dalla metanalisi è riportato in uno solo degli 8 studi considerati ed è, peraltro, di bassa qualità (forza di evidenza di grado B), concordiamo con le linee guida AAOS (the American Academy of Orthopedic Surgeons) secondo le quali non esistono ad oggi raccomandazioni chiare sull’impiego di questa opzione di trattamento nell’OA scapolo-omerale”
Sono pertanto necessari, adesso, nuovi trial clinici di dimensioni numeriche appropriate in grado mettere a confronto l’efficacia di HA, CS, placebo e altre terapie infiltrative nei pazienti affetti da OA scapolo-omerale.

Colen S et al. Intra-articular infiltration therapy for patients with glenohumeral osteoarthritis: A systematic review of the literature. International Journal of Shoulder Surgery. 2014;8(4):114-121. doi:10.4103/0973-6042.145252.
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