Osteoartrosi temporo-mandibolare, PRP ripetute non meglio di singola iniezione di acido ialuronico

13 novembre 2016

L’artrocentesi, associata a ripetute iniezioni di PRP, non è superiore all’artrocentesi accompagnata da iniezione intra-articolare singola di acido ialuronico in pazienti affetti da osteoartrite (OA) dell’articolazione temporo-mandibolare.

Queste le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista International Association of Oral and Maxillofacial Surgeons (1) che, in pratica, non suffraga l’impiego di PRP (in luogo di HA) come prima linea di trattamento di questa condizione.

L’OA dell’articolazione temporo-mandibolare è un disturbo frequente nella popolazione, con prevalenza maggiore nel sesso femminile e in età avanzata.
Eventi meccanici e biologici associati con questa condizione – sovraccarico, bruxismo e dalla tendenza alla masticazione omolaterale – come pure la presenza di fattori genetici, sono responsabili dell’insorgenza di questa condizione.

L’OA temporo-mandibolare non solo è causa di degenerazione focale della cartilagine articolare, ma anche di erosioni ossee, sclerosi e formazione di osteofiti ai margini articolari.

L’artrocentesi è stata utilizzata, in questo contesto, per migliorare la funzione della mandibola e ridurre il dolore nel trattamento della disfunzione a carico dell’articolazione temporo-mandibolare.

Tuttavia, l’efficacia di questa tecnica è temporanea e non è in grado di ristabilire la microarchitettura dell’articolazione temporo-mandibolare. E’ stato ipotizzato, pertanto, che l’iniezione di alcuni agenti biologici e non, aventi capacità rigenerativa tissutale all’interno dell’articolazione in questione, potesse essere utile per innescare e mantenere nel tempo i processi di rigenerazione: ciò in quanto è stato dimostrato che le infiltrazioni possono stimolare la condrogenesi e inibire le variazioni degenerative a carico della cartilagine.

Il PRP e l’acido ialuronico rappresentano due opzioni di terapia infiltrativa dell’OA ben note agli addetti ai lavori. Il PRP è impiegato da meno tempo rispetto all’HA.

In uno studio di recente pubblicazione (2), un team di ricercatori ha effettuato 3 iniezioni intra-articolari di PRP o di HA (Hyalgan, nello specifico), senza artrocentesi, nel trattamento dell’OA temporo-mandibolare, dimostrando come i pazienti del gruppo sottoposto a trattamento con PRP presentassero outcome migliori di quelli osservati nei pazienti trattati con HA (dolore e rumori articolari a 6 e a 12 mesi dall’esecuzione di intervento chirurgico).

Obiettivo del nuovo studio, pertanto, è stato quello di mettere a confronto gli stessi outcome di trattamento in pazienti sottoposti ad artrocentesi + PRP oppure ad artrocentesi + HA. L’ipotesi da verificare era quella di una superiore efficacia del primo intervento sul secondo.
A tal scopo, i ricercatori hanno reclutato 31 pazienti consecutivi (per un totale di 49 articolazioni osteoartritiche considerate). I pazienti sono stati randomizzati in due gruppi in base alla tecnica di trattamento utilizzata. Nello specifico, un gruppo di pazienti è stato inizialmente sottoposto ad artrocentesi e ad infiltrazione con PRP, seguita da altre 4 inezioni intra-articolari di pappa piastrinica consecutive. L’altro gruppo, invece, è stato sottoposto ad artrocentesi e ad infiltrazione singola con HA.

Tra le variabili relative agli outcome considerate vi erano la valutazione del dolore su scala VAS e le misure di apertura massima interincisiva (MIO), monitorare prima e 12 mesi dopo l’intervento.

La randomizzazione ha portato alla costituzione di due gruppi: il gruppo PRP, rappresentato da 18 individui e un totale di 32 articolazioni considerate, e il gruppo HA, rappresentato da 13 individui e un totale di 17 articolazioni.

I risultati non hanno differenze statisticamente significative tra i 2 gruppi i merito alle variazioni dei parametri VAS o delle misurazioni MIO. In pratica, entrambi i trattamenti testati hanno comportato un miglioramento clinico statisticamente significativo di tutti i parametri VAS, nonché misurazioni di MIO in assenza di dolore.

Alla luce di questi risultati, pertanto, e nonostante alcuni limiti metodologici intrinseci, quali il numero ridotto di pazienti considerati, l’assenza di valutazione degli effetti dell’artrocentesi, da sola, sugli outcome osservati, e l’assenza di studi che abbiano messo a confronto l’efficacia di un’iniezione singola di PRP con una di HA (il gruppo PRP è stato sottoposto a ben 5 iniezioni, la prima in concomitanza con l’artrocentesi), è possibile ipotizzare che la mancata superiorità di PRP su HA sia dovuta ad una minor efficacia della singola iniezione intra-articolare di PRP rispetto alla singola iniezione di HA (ce ne vogliono 4 consecutive per avere lo stesso effetto).

Per queste ragioni, la terapia infiltrativa con PRP non dovrebbe essere considerata come trattamento di prima linea in questo contesto, ma anzi, al suo posto, dovrebbe esserlo l’intervento di artrocentesi associato ad iniezione singola di HA, più gradita ai pazienti rispetto alle iniezioni multiple.

Bibliografia
1) Comert S et al. Is arthrocentesis plus platelet-rich plasma superior to arthrocentesis plus hyaluronic acid for the treatment of temporomandibular joint osteoarthritis: a randomized clinical trial, Int J Oral Maxillofac Surg (2016); E-pub ahead-of-print
2) Hegab AF et al. Platelet-rich plasma injection as an effective treatment for temporomandibular joint oste-oarthritis. J Oral Maxillofac Surg 2015;73: 1706–13.