Rizartrosi, infiltrazioni con acido ialuronico probabilmente efficaci nel migliorare la capacità funzionale

26 aprile 2015

Una metanalisi di recente pubblicazione online ahead-of-print sulla rivista Joint Bone Spine (1) avrebbe evidenziato un vantaggio delle terapia intra-articolare con acido ialuronico (HA) nel migliorare la capacità funzionale e di quella con corticosteroidi (CS) nel ridurre il dolore associato alla rizartrosi.

sarebbe da approfondire il beneficio derivante dalla somministrazione concomitante dei due trattamenti, considerati singolarmente nella metanalisi in questione.
La rizartrosi è una condizione di frequente riscontro nelle donne ultre65enni, con una prevalenza pari al 30%. L’impatto sulla qualità della vita e la disabilità associate alla rizartrosi sono significative.

Secondo le raccomandazioni congiunte EULAR-ACR, la gestione ottimale della rizartrosi dovrebbe prevedere una combinazione di misure non farnacologiche, come l’applicazione locale di calore o di stecche, e di alcune modalità di trattamento farmacologico, con una predilezione per i trattamenti locali in luogo di quelli sistemici (2,3).
“Per quanto riguarda le iniezioni intra-articolari, le opinioni degli esperti divergono in merito alla loro applicazione nelle rizartrosi – scrivono gli autori nell’introduzione al lavoro.”

Nella rizartrosi, le infiltrazioni con CS sono raccomandate e quelle con HA potrebbero essere utili, secondo gli esperti EULAR (3). Invece, le due modalità di terapia intra-articolare non vengono raccomandate dagli esperti ACR (2).
Scopo di questa metanalisi è stato quello di valutare l’efficacia a breve e a medio termine delle due terapie infiltrative, prese singolarmente, su dolore, capacità funzionale e forza applicata per la presa di precisione.
Si è proceduto, pertanto, ad una ricerca esperta della letteratura sull’argomento, limitando la ricerca ai trial clinici controllati.
Sono stati individuati 6 trial che sono serviti per la messa a punto di 3 analisi metanalitiche: la prima sull’effetto di HA vs placebo, la seconda sull’effetto di CS vs placebo, e la terza sull’effetto di HA vs CS.
E’ stata calcolata la risposta media standardizzata (SRM) per ciascuno degli studi considerati, allo scopo di valutare la magnitudo dell’effetto del trattamento.
Le SRM in pool sono state calcolate, invece, in base a metodo ad hoc applicato alla singola metanalisi.

Tra i 429 pazienti inclusi nei 6 trial utilizzati per le 3 metanalisi, 169 erano trattati con HA, 147 con CS e 74 con placebo. La metanalisi sull’effetto di HA vs placebo (2 trial, 148 pazienti) ha documentato, a 12 settimane dal trattamento, una migliore capacità funzionale nei pazienti sottoposti ad infiltrazioni di HA (SRM −1,14 [−1,69;−0,60]) e nessuna differenza sulla percezione del dolore. Mentre la metanalisi sull’effetto di CS vs placebo (2 trial, 164 pazienti) non ha mostrato alcun beneficio del trattamento attivo sia in termini di dolore che di funzione, nella metanalisi che ha messo a confronto la terapia infiltrativa con HA con quella con CS (4 trial, 304 pazienti) non sono state evidenziate differenze nei due gruppi di trattamento attivo sia i termini di dolore che di funzione a 12 settimane dal trattamento. A 24 settimane, invece, il trattamento con CS ha determinato una riduzione significativa della percezione di dolore (SRM 1,44[0,14; 2,74]) rispetto ad HA, mentre la forza applicata per la presa di precisione è stata sensibilmente superiore nel gruppo trattato con HA (SRM −0,75 [−3,87; −1,97]).

Nel commentare i risultati, gli autori riconoscono che il loro lavoro era limitato, oltre che dal numero ridotto di studi controllati e di pazienti considerati per le metanalisi successive, da un’elevata eterogeneità per quanto riguarda gli outcomes, la lunghezza del follow-up, il numero di iniezioni e le tecniche impiegate per le infiltrazioni. Ciò ha reso difficoltoso un confronto diretto tra i singoli studi. Inoltre, la maggior parte degli studi impiegati per le metanalisi non erano di buona qualità metodologica, sottolineando le difficoltà legate al disegno di studi validi sulla terapia infiltrativa.

Tra i pregi dello studio, invece, gli autori hanno menzionato l’efficienza metodologica della ricerca di letteratura e l’applicazione di modelli metanalitici ad hoc che tenessero contro dell’eterogeneità dei risultati edella metodologia impiegata nei singoli studi.
“Nel complesso – concludono gli autori – i dati fin qui disponibili suggeriscono un qualche beneficio derivante dalla terapia infiltrativa con HA e CS nella rizartrosi, anche se la valutazione di efficacia è stata influenzata della’eterogeneità dei risultati osservati. Sono pertanto necessari nuovi studi di numerosità adeguata per confermare questi valori di tendenza osservati nel presente studio”
Sarebbe da approfondire, inoltre, il beneficio derivante dalla somministrazione concomitante dei due trattamenti, considerati singolarmente nella metanalisi in questione.

1. Trellu S et al. Intra-articular injections in thumb osteoarthritis: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Joint Bone Spine (2015), http://dx.doi.org/10.1016/j.jbspin.2015.02.002
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2. Hochberg MC, Altman RD, April KT, et al. American College of Rheumatology2012 recommendations for the use of nonpharmacologic and pharmacologictherapies in osteoarthritis of the hand, hip, and knee. Arthritis Care Res (Hobo-ken) 2012;64:465–74
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3. Zhang W, Doherty M, Leeb BF, et al. EULAR evidence based recommandationsfor the management of hand osteoarthritis: report of a Task Force of the EULARStanding Commitee for International Clinical Studies Including Therapeutics(ESCISIT). Ann Rheum Dis 2007;66:377–88.
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