Acido ialuronico promettente nell’artropatia emofilica

28 ottobre 2014

emartroLe infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico sembrano essere efficaci nel trattamento della artropatia emofilica del ginocchio. A suggerirlo è uno studio preliminare su 11 pazienti pubblicato sulla rivista Acta Ortopédica Brasileira (organo ufficiale della Società brasiliana di Ortopedia e Traumatologia).

Nello studio, infatti, il lavaggio articolare con soluzione salina, seguito da un’iniezione di corticosteroidi e acido ialuronico (Hylan GF-20), ha mostrato di migliorare in modo significativo la funzionalità articolare e la qualità di vita dei pazienti trattati.

Nei pazienti emofilici, le articolazioni sono la sede maggiormente interessata dalle emorragie e quella più colpita è proprio il ginocchio, seguito da gomiti, caviglie, spalle e anche. L’artrosi emorragica ricorrente porta ad alterazioni degenerative della cartilagine articolare, riunite sotto il termine di artropatia emofilica.

Alcuni studi precedenti hanno concluso che le infiltrazioni di acido ialuronico possono avere un effetto palliativo nei pazienti con artropatia emofilica, consentendo di posticipare trattamenti più aggressivi. Inoltre, è stato dimostrato che il lavaggio articolare dei prodotti della degradazione enzimatica della cartilagine articolare, ossido nitrico, citochine ed enzimi pro infiammatori riduce la sinovite e che l’associazione di triamcinolone e acido ialuronico nei pazienti con gonartrosi migliora i risultati della viscosupplementazione nel primo mese.

Sulla base di queste premesse e per raccogliere ulteriori dati, gli autori del lavoro hanno provato a valutare se la viscosupplementazione con acido ialuronico associato a triamcinolone dopo il lavaggio con soluzione fisiologica sia in grado di alleviare il dolore, ridurre la rigidità e migliorare la funzionalità articolare e la qualità della vita in un piccolo gruppo di pazienti affetti da grave artropatia emofilica.

Hanno quindi arruolato 11 soggetti con artrosi emofilica del ginocchio, con e senza coinvolgimento di altre articolazioni (gomiti e caviglie), e li hanno sottoposti a un lavaggio articolare con soluzione fisiologica e una successiva iniezione di acido ialuronico e triamcinolone in tutte le articolazioni colpite.

I partecipanti sono stati sottoposti a una valutazione algo-funzionale (con l’indice di Lequesne e la scala WOMAC), alla misurazione del dolore con la scala VAS e a quella della qualità di vita con il questionario SF-36 prima dell’intervento e poi uno e 3 mesi dopo.

Il dolore (misurato con le scale VAS e WOMAC) e la rigidità articolare (misurata con la scala WOMAC per la rigidità) non hanno mostrato miglioramenti significativi dopo l’infiltrazione (P = 0,3, P = 0,2 e P = 0,1, rispettivamente).

Tuttavia, il funzionamento articolare ha mostrato un miglioramento notevole sia in base al punteggio totale della scala WOMAC sia in base a quello relativo alla funzionalità articolare (media 11 punti; P = 0,04 e P = 0,001).

Invece, gli autori non hanno trovato variazioni significative dei punteggi dell’indice di Lequesne (P = 0,1), mentre si sono osservati miglioramenti clinicamente rilevanti e statisticamente significativi sia della componenti fisica sia di quella mentale dell’SF-36 (P = 0,002).

Zelada e colleghi concludono quindi che il lavaggio dell’articolazione con soluzione fisiologica, seguito dall’iniezione intrarticolare di corticosteroidi e acido ialuronico, è efficace nel trattamento dell’artropatia emofilica in termini di miglioramento della funzionalità articolare e della qualità di vita.

I ricercatori riferiscono anche che i pazienti si sono dichiarati tutti soddisfatti della procedura e questo, scrivono nella discussione, giustifica il punteggio più alto ottenuto per la componente mentale dell’SF-36.

“Anche se la funzionalità è rimasta ben lontana dall’ideale, questi pazienti hanno ottenuto miglioramenti nelle attività quotidiane che causavano loro problemi, come iniziare a camminare senza zoppicare e scendere le scale, il che ha influito sulla componente mentale ancora più che su quella fisica” aggiungono, infine, Zelada e i suoi.

F. Zelada, et al. Viscosupplementation in patients with hemophilic arthropathy. Acta Ortop Bras. 2013;21(1): 12-7Ciao