Trapianto autologo di tessuto adiposo nella patologia articolare

3 maggio 2018

Il trapianto autologo di tessuto adiposo (mediante infiltrazione) nel trattamento sintomatico di pazienti con gonartrosi sintomatica lieve moderata è efficace sia in termini di riduzione del dolore che di miglioramento della funzione articolare.

Queste le conclusioni di uno studio presentato nel corso dell’ultimo congresso ISIAT, tenutosi alla fine dello scorso anno a Praga.

Negli ultimi anni i chirurghi plastici ed ortopedici si sono concentrati sullo studio del tessuto adiposo, scoprendo che questo non ha solo un effetto riempitivo ma anche rigenerativo (attraverso la stimolazione del trofismo cellulare), rappresentando nei pazienti adulti una fonte alternativa di fattori di crescita e di cellule staminali (1).

La predilezione in medicina rigenerativa ortopedica per il tessuto adiposo, in luogo del midollo osseo, dipende da molti fattori, il primo di quali è rappresentato dalla presenza di quantità maggiori di tessuto disponibili:
a parità di volume, il tessuto adiposo presenta un numero di cellule staminali mesenchimali 100-300 volte più elevato rispetto al midollo.

La procedura di prelievo di tessuto adiposo autologo può essere ripetuta più volte e le cellule in esso presenti hanno la stessa capacità di differenziarsi un diverse linee cellulari. Da ultimo, le cellule staminali nel tessuto adiposo sono presenti anche in età avanzata (2).

Il gruppo di studio del relatore ha effettuato uno studio mirato a valutare l’efficacia del trapianto autologo di tessuto adiposo (mediante infiltrazione) nel trattamento sintomatico di pazienti con gonartrosi sintomatica lieve-moderata, in termini di riduzione del dolore e di miglioramento della funzione articolare.

I pazienti inclusi erano affetti da gonartrosi di grado II-III della scala Kellgren-Lawrence, con un BMI inferiore a 35 ed età compresa tra i 40 ed i 70 anni. Costituivano motivo di esclusione dallo studio la presenza concomitante di malattia reumatica, un BMI >35, il trattamento anticoagulante in corso, la presenza di infezioni articolari e la scarsa aderenza del paziente al protocollo post intervento

I pazienti sono stati valutati prima e dopo l’intervento con scala VAS, IKDC e WOMAC con un follow-up ad 1, 3, 6 e 12 mesi. Complessivamente, l’intervento è stato eseguito su un totale di 96 pazienti dei 103 pazienti arruolati: di questi 4 sono stati persi al follow-up e 3 sono stati esclusi per trauma post-trattamento del ginocchio. In nessuno dei pazienti si sono verificate complicazioni gravi (es, infezioni), mentre 15 pazienti presentavano idrarto e sono stati trattati con crioterapia e dexibuprofene 400mg 1cps/die per 10 giorni. Tredici pazienti hanno presentato ecchimosi nell’area di estrazione e sono stati sottoposti a massoterapia e a trattamento con eparina sodica.

I risultati hanno documentato un calo deciso del punteggio VAS dall’esecuzione del trapianto autologo di cellule adipose e, al contempo, un deciso miglioramento dei punteggi IKDC e WOMAC.

Riassumendo
In conclusione, quindi, il trapianto autologo di tessuto adiposo mediante infiltrazione può essere considerato un trattamento poco invasivo (anche se viene eseguito in sala operatoria) e in grado di dare risultati soddisfacenti nel trattamento sintomatico dell’artrosi (con conseguente miglioramento della funzione articolare).

Allo stato attuale, tuttavia, non sono ancora disponibili dati di follow-up a lungo termine, per cui, in futuro, sarà necessario allestire trial di confronto vs placebo, PRP o acido ialuronico, che prevedano un follow-up a lungo termine.

Sarà necessario, inoltre, capire meglio cosa accade all’interno del ginocchio e come agisce il tessuto adiposo nell’ambiente articolare, eseguendo un’artroscopia pre e post intervento e, possibilmente, anche la biopsia.

Altri aspetti da approfondire riguardano la metodologia tecnicamente più efficace per il prelievo di tessuto adiposo (centrifugazione, microfrazionamento – separazione e filtrazione) e la ripetibilità della procedura nel singolo paziente (determinazione numero massimo infiltrazioni eseguibili).

Fonte: Highlights tratti dalla relazione del dott. Ezio Adriani, Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Sport Clinique Mater Dei, Roma; Congressi ISIAT 2017, Praga

Bibliografia

1. Adriani E et al. Journal of Sports Traumatology, vol. 27, n. 1-2, marzo-giugno 2010