Artrosi all’anca e infiltrazioni intrarticolari, prognosi migliore se la malattia è in fase iniziale

23 settembre 2014

Le iniezioni di acido ialuronico si confermano un trattamento sicuro ed efficace per l’osteoartrosi del ginocchio, che ha più probabilità di dare buoni risultati se la malattia è in fase iniziale e di essere giudicato soddisfacente se il paziente avverte dolore da meno di un anno. È questa conclusione di uno studio retrospettivo di autori coreani, pubblicato di recente sullo Yonsei Medical Journal.

L’obiettivo dei tre ricercatori, era identificare i fattori prognostici di base del risultato terapeutico ottenibile con infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico in pazienti che soffrono di osteoartrosi all’anca.

Per il lavoro, gli autori hanno valutato gli outcome di un gruppo di 40 pazienti consecutivi di circa 60 anni in media, di cui 21 maschi e 19 femmine, con segni sia clinici sia radiologici di osteoartrosi all’anca, sottoposti a iniezioni intrarticolari di acido ialuronico per il trattamento della patologia.

Tutti i partecipanti non avevano ottenuto nessun miglioramento dei sintomi con FANS orali per almeno 3 mesi prima delle iniezioni di acido ialuronico e per poter essere inclusi nello studio dovevano aver smesso di prendere farmaci contro il dolore (antinfiammatori e analgesici) per almeno 12 mesi dopo le infiltrazioni di acido ialuronico.

Ogni paziente è stato sottoposto a iniezioni di acido ialuronico (20 mg/2 ml, peso molecolare 3 MDa) una volta alla settimana per 3 settimane, ed è quindi stato valutato una settimana dopo la terza iniezione e 3, 6 e 12 mesi dopo la prima.

L’outcome primario per valutare l’efficacia del trattamento era il punteggio della scala VAS ad ogni visita; inoltre, gli autori hanno valutato il grado soggettivo di soddisfazione dei pazienti per il trattamento ricevuto mediante la scala Likert a 4 punti.

Come fattori prognostici, gli autori hanno considerato il sesso, l’età, la durata della sintomatologia dolorosa, lo stadio radiografico della malattia, la presenza di cisti subcondrali visibili nelle radiografie e la sotria di fratture.

Il punteggio medio iniziale della scala VAS era pari a 8,1 (DS 1,533). Nel breve termine, le infiltrazioni hanno portato a una diminuzione rapida e significativa del dolore, misurabile fin dalla prima settimana dopo la prima iniezione (punteggio VAS 5,3; SD 1,636; P< 0,001) e ancora più consistente una settimana dopo la seconda e la terza iniezione (rispettivamente 3,53 con DS 2,1 e 3,17 con DS 2,2; P < 0,001 per entrambi).

Il miglioramento si è mantenuto anche dopo 3 mesi (3,6; DS 2,54; P < 0,001), dopodiché il punteggia della scala VAS ha iniziato a risalire (4,33 con DS 2,9 e  P < 0,001 dopo 6 mesi e 5,3 con DS 2,7 e P = 0,0071 dopo 12).

Dopo 12 mesi di trattamento, il 40% dei pazienti si è detto ‘completamente soddisfatto’ del trattamento, il 12,5 ‘soddisfatto’, il 12,5% ‘abbastanza soddisfatto’ e il 35% non soddisfatto.

L’efficacia del trattamento in termini di riduzione del dolore non ha dimostrato differenze significative a seconda dell’età, del sesso, della presenza di cisti subrcondrali e della storia di fratture, mentre la fase della malattia si è dimostrata un fattore prognostico significativo dopo 3 e 6 mesi dalle iniezioni.

Tre mesi dopo la prima iniezione, il 62,5% dei pazienti aveva ottenuto un risultato positivo in termini di riduzione del dolore, mentre il 37,5% un risultato negativo. Gli autori hanno visto che i pazienti con outcome positivo avevano una probabilità significativamente maggiore di essere in uno stadio iniziale della malattia (1 o 2 della classificazione di Takakura; P = 0,0071).

Sei mesi dopo la prima iniezione i pazienti con un outcome positivo erano il 52,5% e di nuovo la malattia in fase iniziale si è dimostrata un fattore prognostico positivo (P = 0,005).

Dopo un anno, invece, non sono state evidenziate differenze significative tra nessuno dei possibili fattori prognostici.

La regressione logistica ha poi identificato la presenza di dolore da meno di un anno e, di nuovo, lo stadio inziale dell’artrosi come fattori predittivi indipendenti associati alla soddisfazione del paziente per il trattamento ricevuto.

Pertanto, concludono i ricercatori, lo studio conferma che le infiltrazioni di acido ialuronico rappresentano un trattamento efficace e sicuro contro l’artrosi all’anca, ma per avere risultati soddisfacenti e ottimali è opportuno selezionare i pazienti in base ai fattori prognostici identificati nella loro ricerca.

Le infiltrazioni di acido ialuronico praticate a pazienti con una sintomatologia dolorosa che perdura da più di un anno e una malattia già in fase avanzata, avvertono, potrebbero portare a risultati subottimali.

S.H. Han, et al. Prognostic Factors after Intra-Articular Hyaluronic Acid Injection in Ankle Osteoarthritis. Yonsei Med J 2014;55(4):1080-6; doi: http://dx.doi.org/10.3349/ymj.2014.55.4.1080.