Gonartrosi, terapia infiltrativa con acido ialuronico batte nel lungo termine quella con corticosteroidi

25 gennaio 2015

Adesso sono i risultati di una metanalisi pubblicata sulla rivista experimental and therapeutic medicine a confermarlo: nel combattere il dolore associato a gonartrosi, la terapia infiltrativa con acido ialuronico (HA), inizialmente efficace quanto la terapia infiltrativa con corticosteroidi (CS), mostra un effetto più prolungato nel tempo (6 mesi).

Non solo: tale effetto a lungo termine si palesa in assenza di differenze di incidenza di eventi avversi (AE) con la terapia infiltrativa di confronto. La comprensione della diversa durata nel tempo dell’efficacia clinica dei due trattamenti, in assenza di differenze di incidenza di AE, può, dunque, migliorare la capacità dei clinici di ottimizzare il regime di trattamento per questa categoria di pazienti.

Come è noto, il trattamento della gonartrosi prevede una varietà di opzioni terapeutiche aventi l’obiettivo di alleviare il dolore e migliorare la funzionalità fisica. Quando il dolore persiste nonostante la prescrizione di riposo, farmaci, e il fallimento di altri interventi non invasivi, ecco che allora, prima dell’opzione chirurgica, si ricorre alla terapia infiltrativa con alcune sostanze, quali HA, CS e diclofenac.

“Le infiltrazioni con HA si sono dimostrate efficaci nel trattamento dell’osteoartrosi (OA), grazie ai benefici in termini di miglioramento della lubrificazione delle articolazioni e della viscosità del liquido sinoviale, normalizzazione della sintesi di ialuronato, inibizione della degradazione dei proteoglicani e documentazione di effetti analgesici ed anti-infiammatori – ricordano gli autori della metanalisi – Esistono ancora dati contrastanti, tuttavia, sulla sicurezza del trattamento in ragione di alcune osservazioni episodiche che avrebbero dimostrato come l’impiego di HA potrebbe essere in grado di aumentare il rischio di eventi avversi seri o di reazioni locali”
“Quanto alle iniezioni intra-articolari di CS – continuano gli autori – queste sono state impiegate soprattuto nello scorso decennio nel trattamento dell’OA e sembrano relativamente sicure. CS posseggono proprietà anti-infiammatorie in virtù dell’inibizione di citochine infiammatorie come dell’inibizione di alcuni pathways che stimolano il loro funzionamento. Tuttavia, la durata dell’effetto di CS è notevolmente inferiore all’intervallo di tempo raccomandato tra le dosi, mentre gli effetti a lungo termine richiedono la necessità di allestire nuovi studi”.

La limitata numerosità di studi comparativi sull’effetto di HA e CS in terapia infiltrativa ha sollecitato la messa a punto di questa metanalisi, avente lo scopo di determinare quale delle due opzioni di trattamento fosse più efficace e verificare se la terapia infiltrativa con HA fosse associata ad una minore incidenza di AE rispetto a quella con CS.

Si è proceduto, pertanto, ad una ricerca sistematica della letteratura presente sull’argomento, mediante ricorso a database bibliografici biomedici (Pubmed, EMBASE, The Cochrane Register of Controlled Trials).
Ciò ha portato alla selezione di 7 trial clinici randomizzati (583 pazienti) che riportavano gli effetti della terapia infiltrativa con HA e CS nel trattamento della gonartrosi e che soddisfacevano specifici criteri di inclusione.

Per monitorare l’andamento del sintomo “dolore” e della funzione fisica nei pazienti dei trial inclusi nella metanalisi si sono presi in considerazione alcuni parametri quali la scala VAS, l’indice algo-funzionale di Lequesne, il KSS (Knee Society Clinical Rating System) – un altro sistema di valutazione algo-funzionale basato su punteggio. Inoltre sono stati considerati nell’analisi metanalitica la massima flessione e gli AE legati a gonartrosi.

I risultati della metanalisi hanno mostrato, ad un mese dalla terapia infiltrativa con uno dei due agenti farmacologici summenzionati, che la differenza media del punteggio riportato sulla scala VAS dolore era pari a 1,66 (IC95%: 0,90, 4,23), a suggerire un’eguale efficacia di HA e CS.
Dopo 3 mesi, tuttavia, la differenza media del punteggio riportato sulla scala VAS dolore era pari a -12,58 (IC95%: -17,76, – 7,40), mentre dopo 6 mesi la differenza era pari a -9,01 (IC95%= CI; -12,62, – 5,40). In entrambi i casi, dunque, l’efficacia analgesica di HA era superiore a CS.
Quanto agli altri parametri algo-funzionali e all’incidenza di AE, invece, non sono state documentate differenze di efficacia statisticamente significative tra i 2 trattamenti, a confermare la sicurezza di impiego di entrambi.
Nello specifico, gli AE erano di entità lieve e rappresentati da artralgia, dolore al sito di iniezione, tumefazione articolare ed edema al sito di iniezione.

Lo studio non era esente da alcune limitazioni: in primo luogo il numero di trial inclusi nella metanalisi era ridotto e ciò potrebbe avere sottostimato i risultati positivi di efficacia pur documentati. In secondo luogo, la metanalisi era in parte inficiata dall’eterogeneità di preparazioni di HA utilizzate nei singoli studi sottoposti ad analisi statistica. Il problema è stato in parte aggirato con la messa a punto di un’analisi di sensitività.

Pertanto, se i risultati della metanalisi depongono per un vantaggio evidente nel lungo termine della terapia infiltrativa con HA vs CS nel contrasto del dolore da gonartrosi, sono auspicabili nuovi trial, qualitativamente ben disegnati in termini di durata del follow-up e di numerosità del campione, per confermare quanto osservato.

Wang F et al. Intra-articular hyaluronic acid and corticosteroids in the treatment of knee osteoarthritis: A meta-analysis. EXPERIMENTAL AND THERAPEUTIC MEDICINE 9: 493-500, 2015
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